profughi - give peace a chance

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Jerusalem/Al Quds - give peace a chance

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guns & moses

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14-16/08 Ramallah sogna

Ramallah e` a 15 km a nord di Gerusalemme. Ramallah e` la sede dell`ANP e di Fatah, il partito che fu di Arafat. Ramallah, come ripetono ossessivamente i nostri media ogni volta che ne citano il nome, e` il "quartier generale di Arafat (prima) di Abu Mazen (ora)".
Ma Ramallah soprattutto e` una cittadina piena di vita, di studenti palestinesi e internazionali ospiti nell`universita` piu` qualificata della Palestina, una citta` orientale e moderna allo stesso tempo, con il suq che arriva ovunque e i richiami regolari dei muezzin alla preghiera, con donne velate accanto a ragazze scollate, con locali serali e notturni, pub, discoteche, cinema, centri culturali che promuovono cultura palestinese, araba e occidentale.
Ramallah e` piena di vetrine e di occasioni di svago che riempiono il centro storico, i quartieri nuovi, la vecchia citta` ottomana, fatiscente e fascinosa con le sue pietre gialline che riflettono magicamente la notte e la luna.
Ramallah e` una citta` amministrata da un sindaco donna, crstiana e cattolica, regolarmente eletta dalla popolazione palestinese che vi abita.
Ramallah e` la citta` dove sono sepolti i due pilastri della Palestina moderna: Arafat, in un grande mausoleo considerato un santuario a nord-est della citta`; e il grande poeta Darwish, morto esattamente un anno fa, intorno alla cui tomba hanno costruito un parco frequentato da famiglie e ragazzi, a sud-ovest.
Ramallah e` la citta` dove sono arrivato pieno di terrore e sicuro di essere rapito o ucciso, date le cose che si sentono dire in Italia e ancor piu` in Israele, e data l`atmosfera finalmente, definitivamente, palestinese appena arrivi (le prime bandiere palestinesi, polizia e soldati solo arabi, nessuna scritta in caratteri occidentali, nessun turista, nessun ebreo...); ed e` la citta` dove, gia` dalla prima sera, sono uscito con tutti i soldi addosso, chiacchierando con tutti i ragazzi che girano per il suq, parlando, scherzando, facendo foto, sentendomi suicuro come in un vecchio quartiere di una cittadina italiana.
Ramallah e` la citta` che sogna di essere la Parigi della Palestina: me lo ripetono tre diverse persone: un macellaio, uno studente, un bambino. Nessuno parla bene l`inglese, ma la parola che sento ripetere decine di volte al giorno al mio passaggio in qualunque strada affollatissima o semidesolata e` "Welcome!".

A Ramallah conosco due ragazzi sui 25 anni che mi invitano a casa loro a prendere il caffe` e conoscersi: Ammar e Hammam, ospitali, curiosi e colti, lavorano al Ministero degli affari sociali. Sono musulmani praticanti e hanno una mentalita` che mescola tradizione islamica e liberalismo occidentale: entrambi, per esempio, aspettano che la loro madre individui la donna che fa per loro, per poter poi decidere loro stessi una volta conosciutala. Nessuno dei due ha voglia di farsi carico da solo di questa incombenza.

[continua...]

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