profughi - give peace a chance

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israel - give peace a chance

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Jerusalem/Al Quds - give peace a chance

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guns & moses

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la terra santa

Cari amici,
ho iniziato a scrivere questi appunti con un certo piglio ironico, forse anche per farmi coraggio e tenere alto il morale, intuendo quello verso cui andavo incontro.
Dopo 7 giorni in Cisgiordania, o in West Bank, come si dice nel linguaggio internazionale, io non posso piu` scherzare.
Sono stato nelle citta` di Betlemme, Hebron, Nablus, e nei campi profughi di Aida, Nablus, Deishe, Balata. In questi ultimi due ho dormito, nelle "case" di famiglie palestinesi. Ho conosciuto decine di persone, mi hanno accolto come una amico o un parente, abbiamo parlato a lungo. Mi hanno mostrato tutto. E tutto e` scritto sui muri, nelle strade, nei corpi, nei poster, nei volti, nelle foto. Incredulo e agghiacciato ho voluto incontrare rappresentatnti dell`Onu, della Croce Rossa, e delle varie forze di interposizione internazionale, di Ong palestinesi, israeliane, internazionali. Purtroppo da loro ho avuto solo conferme, che cio` che mi e` stato mostrato e raccontato da ragazzi e uomini in lacrime non era un`invenzione. Purtroppo e` tutto vero, e` tutto pubblicato da organismi ufficiali.

Ho visto queste famiglie numerose, questi ragazzi, uomini e donne, vecchi, bambini, schiacciati come topi o scarafaggi; distrutti per sempre nella loro integrita` umana; massacrati fisicamente, moralmente, e psichicamente.
Ho visto i campi profughi, 1 km quadrato di terreno dove abitano 25000 persone: capite il significato di questo rapporto? 10, 12 persone in "case" di 9 metri quadrati, 1 bagno all`aperto per 600 persone, 1 medico generico per 6000 persone. Non ci sono farmaci: tutte le malattie vengono "curate" con antibiotici e antidolorifici.
I profughi sono stati deportati dai loro villaggi dall`esercito israeliano nel `48 e buttati in Cisgiordania. Gli storici israeliani dicono che queste 700000 persone se ne sono "andate da sole". Anche se fosse cosi`, la cosa certa e`che finita la guerra Israele ha impedito a questa geste scappata dalla propria casa per scappare dalla guerra di tornare nelle loro case. Tutte le famiglie di profughi hanno appeso al muro una grossa chiave di ferro: e` la chiave di casa che nel 48 si sono portati appresso pensando che a fine guerra sarebbero tornati a casa. La risoluzione 194 dell`Onu, del 1949, a fine guerra, impone a Israele di permettere il rientro di tutti i profughi, secondo il diritto internazionale. Nessuno di loro ha piu` potuto fare ritorno, o rivedere anche solo per una volta la propria casa. Gia` nel 50 in quelle case abitavano ebrei immigrati. 194 e` un numero magico per tutti i palestinesi. E` il numero della catastrofe.
In 60 anni si sono susseguite ormai 5 generazioni all`interno dei campi profughi, la popolazione si e` qudruplicata. Ma i profughi hanno uno statuto giuridico speciale. Abitano in quello che Israele considera suo territorio, sottostanno alla giurisdizione israeliana, ma non hanno diritto di voto, non hanno diritto a lasciare il proprio campo a costo di perdere anche i pochi diritti che hanno in quanto profughi, in ogni caso non possono uscire la Cisgiordania.
Questi quadrati di terreno sono labirinti con "strade" larghe 50 o 70 cm, case in cemento spoglio alte 3 o 4 piani. non hanno il diritto di costrutire fuori dal campo: per fare spazio alle nuove famiglie devono andare verso l`alto. i bambini giocano in slarghi di 2 metri per 3.
La popolazione e` talmente densa che ovunque abita, passa, sbuca, si incastra qualcuno: a Gaza c`e` la piu` alta densita` umana del pianeta. se hai una pistola in mano chiudi gli occhi e spari da qualche parte necessariamente ammazzi qualcuno. mi hanno raccontato di proiettili che hanno ucciso tre persone... un solo proiettile. Quando l`esercito fa operazioni "chirurgiche" per cercare questo o quel militante il significato e` questo:
una squadra di 10-14 soldati fa irruzione nel campo di notte. un soldato arabo impone il coprifuoco dicendo qualcosa tipo: " Chiudetevi in casa, tutto cio` che si muove in strada sara` colpito." C`e` un comandante adulto, e una dozzina di diciottenni armati di qualunque cosa. Le ore prima di andare in missione gli fanno fare un addestramento virtuale, un videogioco 3D in cui devono sparare a tutto cio` che si muove davanti a loro. Qando si trovano li sanno che devono correre in questo labirinto, non c`e` luce, hanno gli occhiali a infrarossi ma non vedono un cazzo, hanno paura di morire, sanno che li abitano solo terroristi e scarafaggi d`uomini, sono gia` abituati a sparare a palestinesi virtuali...
sparano a tutto cio` che si muove. la mattina dopo l`incursione in strada raccolgono carogne di cani, gatti, asini. A volte umani. Vecchi che escono per andare in bagno, una donna che corre a riprendere il bambino che e` scappato fuori di casa, l`infermiera che si sporge dalla porta per soccorrere un ferito.
Arrivano alla casa dove pensano si trovi la persona che cercano. non bussano per non rovinare l`effetto sorpresa: fanno saltare la porta con una bomba. ogni volta qualcuno dentro la casa resta ucciso semplicemtene da questa operazione. ho gia` detto che sono case di 9 metri quadrati.
entrano. se c`e` il comandante va meglio. se non c`e` il comandante i diciottenni fanno quello che vogliono.
al direttore del centro culturale del campo di Balata che ho incontrato e` andata cosi`: i soldati sono entrati in casa sua nel modo che ho descritto, sospettavano che lui potesse essere affiliato a qualche organizzazione combattente. Davanti a tutta la famiglia lo hanno insultato e picchiato a sangue. Hanno picchiato anche la madre e i figli piu` grandi. I figli piu` piccoli stavano a guardare. Lo hanno interrogato per ore, picchiandolo selvaggiamente. Poi lo hanno portato in carcere.
Nei mesi successivi hanno arrestato i 5 dei suoi figli piu` grandi. Il piu` piccolo quanche mese dopo e` andato a farsi esplodere a Tel Aviv.
Tutti questi bambini, ragazzi, hanno visto il proprio padre picchiato dentro casa senza motivi, per estorcere una confessione o un nome. Tutti hanno perso un cugino o un fratello. Ormai non fanno piu` prigionieri: quando cercano un combattente in un campo e lo trovano, lo uccidono, anche a sangue freddo. Non c`e` piu` posto nelle prigioni. Comunque l`impunita` e` garantita a tutti i soldati. Nessuno e` mai stato condannato per crimini di guerra, nonostante tutte le dichiarazioni internazionali e della corte penale internazionale. Sharon stesso era stato condannato dalla Corte Penale Internazionale come corresponsabile del massacro nei campi di Sabra e Chatila (3000 persone uccise a sangue freddo in una notte) ed e` diventato premier, e ha costruito il muro dell`apartheid, il quale a sua volta e` stato condannato dalla Corte Penale Internazionale. Ma Israele vive in un sogno. I coloni chiusi nei loro fortini, i fanatici sionisti-socialisti chiusi nei loro kibbutz, i giovani edonisti di Tel Aviv... nessuno sa quello che accade di qua.
Passando in varie citta Israeliane cerco di parlare con persone ebree:
"West Bank? cosa intendi?"
"I palkestinesi? be` sono solo qualche centinaio di migliaio di persone, potrebbero andare a vivere in Giordania e lasciarci inpace nella nostra terra"
"Non ho mai sentito parlare di palestinesi, colonie, west bank, fiche` non ho iniziato a fare l`universita`"
"In Israele non c`e` nessun problema, viviamo tutti in pace, ebrei e arabi. Pero` i palestinesi sono terroristi e vanno cacciati da Israele. Questa e` la nostra terra."
"I profughi" mi dispiace per loro ma non possono rientrare. E` il prezzo della guerra del `48."
"Due stati? E` impossibile. Netanyahu lo dice per tenere buono Obama ma invece stiamo continuando a costruire la colonie. Ci deve essere un unico stato ebraico."

Gli Israeliani non sono stati a Hebron. E` una delle citta` palestinesi piu` lontane dal territorio dello Stato di Israele, incuneata tra il Mar morto e il deserto del Negev a Sud.
E` una citta abitata solo da arabi, circa 15.000, ma dopo la guerra del `67 e` stata occupata da qualche centinaio di coloni ultraortodossi, subito seguiti dall`esercito israeliano che ha completamente militarizzato la citta`, espropriando case di arabi per fare basi militari e case di ebrei.
Ora la situaizone e` questa: 15.000 arabi (musulmani e cristiani), 700 ebrei, 2000 soldati israeliani che difendono i 600 ebrei. Il punto e` che qui c`e` la tomba di Abramo, venerato da tutti e tre i monoteismi.
La citta` e` stata spezzata in due da un muro, e decine di checkpoint. Gli ebrei hanno il loro quartiere-fortino inaccessibile a chiunque, nel cuore della citta`. Decine e dedcine di tetti sono presidiati da soldati che tendono il mitra puntato su chiunque si muova per strada, 24 ore su 24. Vorrei farvi vedere le foto, ma non posso caricarle. Sembra di essere in un film sul nazismo al contrario: bambini di 4 anni che corrono per strada e 30 metri piu` in su soldati che li seguono con il mirino del mitra. E` tutto nella mia scheda fotografica. Se riusciro` a farla arrivare in Italia...
A Hebron questi 600 ebrei hanno preso dimora nei piani alti degli edifici che si affacciano sul mercato arabo (con accessi ovviamente separati e militarizzati). Dalle finestre loro lanciano mattoni, blocchi di cemento, sedie, barre di ferro, sacchetti pieni di acido sulla gente che va al mercato. Gli abitanti hanno tirato lunghe reti metalliche a 3 metri da terra per impediure che questi oggetti colpiscano le centinaia di persone che ogni mattina affollano il mercato. Queste reti sono la memoria dell`odio e del crimine. Ci passo sotto e osservo tutto cio` che e` rimasto impigliato.
"Purtroppo la rete non serve a niente contro le barre metalliche, i sacchetti di acido e i blocchi di cemento che la sfondano".
Non puo` essere vero. Io sto guardando in faccia queste persone. Non puo` essere vero.

Vado a cercare l`Onu per strada. Voglio che mi dicano che non e` vero, che questi arabi bugiardi si sono inventati tutta questa messa in scena.
L`Onu qui e` rappresentato da una specifica squadra internazionale chiamata Tiph. E` stata formatada una decina d`anni dopo le suppliche della popolazione di avere una presenza internazionale. La Tiph ha potere soltanto di documentare, non puo` intervenire in nessun caso. Sono armati solo di macchina fotografica. Sono qualche decina di persone che girano per la citta` 24 ore su 24.
Ne incontro due: un anziano danese e una giovane svizzera. Li sommergo di domande.
E` tutto vero. Mi raccontano del loro lavoro. Della loro doppia frustrazione: primo perche` non possono intervenire. I membri italiani in particolare, spesso devono rinunciare, perche` vengono scelti tra il corpo di di polizia italiana, e quando assistono a un crimine e non possono intervenire vanno giu` di testa. Non sanno che cazzo farsene di quella macchina fotografica, e alcuni dopo qualche mese finiscono ad alcolizzarsi in qualche bar di cristiani che serve alcool.
Seconda frustrazione: i loro rapporti hanno valore "confidenziale", cioe` nullo, e non possono essere pubblicati. Pero` c`e` qualche video su You Tube, mi dicono, passato di straforo. Andate a cercare Hebron su you tube...

Nei campi quando va bene ci sono squadre di psicologi occidentali che lavorano sul trauma dei bambini che vedono i loro genitori ammazzati a sangue freddo davanti a loro. Quando va male non c`e` nessuno che si preoccupi di loro. Di queste decine di migliaia di bambini, alcuni impazziscono, sprofondano nella depressione e nella disperazione. Qualche centinaio tra questi diventeranno combattenti. Qualche decina tra questi diventeranno kamikaze. Con il massacro svolto dal 200 al 2007 e con la guerra di Gaza di quest`anno con i suoi 1400 morti in 20 giorni, israele si e` garantito la terza Intifada tra una decina d`anni, quando questi bambini avranno 15 o 16 anni. E non ci sara` autorita` Palestinese, o esercito Israeliano, o fornza intertnazioanel che potra` fermare un ragazzo che e` impazzito di disperazione e vuole soltanto uccidersi ed esprimere una volta per tutte il proprio trauma insuperabile, e soprattutto vendetta, pura, inutile, distruttiva vendetta. Allah centra ben poco con questo. Il Paradiso e` un pensiero secondario per questa gente che si fa esplodere. Questi sono gia` all`inferno e non contano di poterne mai uscire. Ne` in questa vita ne` in un altra.
"C`e` un punto di non ritorno nella vita delle persone. Al di la` di quel punto tutto puo` succedere. Gli Israeliani spingono continuamente le nuove generaizoni di palestinesi al di la` di quel punto." Mi dice il direttore di un altro centro culturale in un campo. "Siamo come topi. Il nostro problema piu` grande non e` come liberare la Palestina. Ma come non diventare pazzi. Come restare umani, di fronte a tutto questo."

Questo e` un genocidio che va avanti lentamente e inesorabilmetne da 60 anni, con una logica e una strategia calcolate a tavolino. L`obiettivo e` gia` stato raggiunto con la costruzione del muro di Sharon. Con il muro Israele ha di fatto annesso tutto quello che desiderava di questa terra: risorse natuirali, corsi, d`acqua, terreni fertili, luoghi sacri, colonie illegali, punti strategici. Tutto questo in quello che dalla comunita` internazionale viene considerato territorio del fantasmatico Stato Palestinese. Il muro si Sharon e` costruito interamente in territorio p[alestinese isolando una citta` dall`altra, attraverso sacche e rientranza fino quasi al Giordano in tutta l`estensione del territorio. Cio` che resta per lo Stato Palestinese e` un colabrodo di miseria e disperazione, che punteggia il fantastico mondo artificiale delle 400 colonie sparse ovunque.
Adesso si`, a partire da questo illegale status quo, anche la destra israeliana e` disposta a trattare per la "soluzione adue stati".

Amici, ora sono a Gerusalemme, oggi andro` a visitare le quattro famiglie palestinesi evacuate dalle loro case pochi giorni fa per insediare nella zona araba di Gerusalemme nuove fdamiglie ebree, con miserabili sotterfugi legali.
Venerdi` andro` a Bilin, vicino a Ramallah. Questo villaggio e` stato circondato per 3/4 dal muro, e la gente e` isolata dalle sue terre di proprieta`, chiuse dall`altra parte del muro e ora a disposizione dei coloni. Qui ogni venerdi, dal 2002, tutta la popolazione si reca davanti al muro a protesta pacificamente con aquiloni, slogan, sit in, contro l`apartheid. E` la piu` importante associazione pacifista palestinese. Ogni venerdi` dal 2002 l`esercito, dalle torrette di controllo, dopo 10 minuti di manifestazione, spara lacrimogeni e proiettili di gomma sulla folla...

Credevo che avrei trovato della spiritualita` in Terra Santa. Ma qui, a partire da Gerusalemme e` tutto cosi` saturo di un`umanita` avvelentata, perversa, impazzita, spofondata nel dolore o nell`odio, o nell`idiozia, che non c`e` posto per lo spirito.

Vorrei trovare un posto vuoto per chiedere persono a Dio per tutto questo, dato che nessuno e` capace di perdonare, o di chiedere scusa, o di riconoscere gli errori. E il primo errore, il peccato originale di tutta questa storia e` certamente il colonialismo europeo, la distruzione del mondo arabo dopo la prima guerra mondiale, la volonta di risolvere una volta per tutte il problema degli ebrei, e i propri sensi di colpa ingestibili, fuori casa.

Il solo cenno di spiritualita` che ho trovato fin`ora in questa terra, e` il sorriso, l`ospitalita` materna e fraterna, la dignita`, la forza morale, di queste persone distrutte dal dolore che mi hanno ospitato come un figlio, un fratello, un amico. E parlando, balbettando, interrotti dall`emergere della disperzione, la loro storia, mi chiedevano scusa perche` non volevano angoscarmi, ero un ospite, volevano che passassi una bella serata, cercavano di scherzare, di alleggerire...
"Scusa, ma non riesco a parlare d`altro, quando inizio non mi riesco a farmare, questa e` la mia vita, ho 23 anni, sono nato e cresciuto qui, sono anto senza niente e ho perso tutto, amici e parenti, e non potro` mai uscire da qui. Io faccio teatro nel campo, leggo poesia, lo conosci Darwish?, non posso perdere la cultura, l`arte, perche` se no divento una bestia, un animale fatto solo di odio, come loro mi vogliono far diventare."
Avro` per sempre un dolce e doloroso ricordo di te, Majd, del tuo viso scuro e leale, della tua voce di ragazzo, del tuo modo di prendere in giro il Ramadan fumando due sigarette alla volta, delle tue dita sottili e sensibili, della tua "casa" dove tua madre mi ha offerto il caffe`, delle decine di storie che mi hai raccontato, di tutte le tue cicatrici, amico mio, sadiq.

2 commenti:

  1. Nei primi appunti di viaggio ero colpito dalla ricerca dell'innocenza: con un rovesciamento di prospettiva, al posto della domanda "Chi è il colpevole di tutto questo massacro?", sembravi proporre "Ci sono elementi di innocenza da cui ripartire?". In quest'ultimo scritto sembra che non ci siano più domande e, leggendoti, ci si sente sopraffatti dall'angoscia e dalla tristezza dell'impotenza. Però, con questi tuoi scritti, ci rendi consapevoli; e quando uno è consapevole diventa inevitabilmente responsabile. Ancora due riflessioni sulla violenza. Leggendoti, mi viene in mente che ci possono essere due origini della violenza, da qualunque parte venga: una è l'imbecillità di chi genera un mondo invivibile per gli altri e, nella stessa misura, per se stesso; l'altra è di chi opera la violenza come ultimo atto "vitale", prima di gettare la spugna; non saprei fare una graduatoria di perversione fra le due. L'altra riflessione è banale, se vuoi, e vecchia come il mondo: dove c'è violenza, tutti sono vittime, chi la fa e chi la subisce; la responsabilità però non si distribuisce equamente, ma è di chi consapevolmente sceglie. Il bambino che subisce non è responsabile; quella del peccato originale è una brutta favola a cui non credo; io, oggi, la vedo così. Grazie. Continua a scrivere; aspettiamo.

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