Ad Akko continuo a incontrare persone, diversi italiani, che vengono dalla Cisgiordania e mi riempiono di racconti freschi, di prima mano.
Basta, devo rimettermi in viaggio verso Gerusalemme e da li` cercare di visitare Ramallah, Nablus, Jenin, Gerico, Hebron...
Akko, dolce, bellissima, incantevole citta`, addio: domani mi dirigo a piedi verso Nazareth (che dista circa 45 km); mi fermero` probabilmente a Iblin, a meta` strada.
Ma prima di lasciare la costa mediterranea, dove e` impossibile pensare realmente che da qualche altra parte gli ebrei e i musulmani (e all`occasione i cristiani) si massacrino a vicenda, voglio raccontare qualcosa di Haifa, tornando indietro di due giorni.
Haifa e` dall`altra parte del golfo sui cui mi trovo tutt`ora, dal porto di Akko la citta` coi suoi grattacieli costruiti in cima alla collina si vede bene. La citta` e` vivace e carina, ma e` famosissima per via del santuario della religione Baha`i. Baha`i e` un nuovo monoteismo che pretende di sostituire gli altri tre precedenti, assorbendo aspetti di tutti -i testi sacri, i profeti, alcuni principi- come ha fatto il cristinesimo e poi l`islam. E` nata nel 1800 da un visionario persiano che non centrava niente con la Terra Santa, senonche`, essendo stato incarcerato ed esiliato per via delle sue idee troppo moderne fu spedito prima a marcire a Istanbul, poi nelle prigioni di Akko, dove e` morto. Da Akko i suoi seguaci hanno portato la salma ad Haifa, perche` c`era una vista migliore sul mare (suppongo); per onorarlo hanno costruito quello che e` definito "il piu` bel giardino del Medio Oriente". Niente male in effetti, confermo: 18 terrazze curate fino all`ultimo filo d`erba, che scendono digradando da in cima alla collina fino quasi al mare.
La cosa piu` buffa e` che secondo tale fondatore era vietato abitare in Terra Santa, proprio perche` essendo santa sarebbe una profanazione. I segueci del bahaismo (6 milioni in tutto il mondo) osservano strettamente questa indicazione: vengono per periodi limitati a rotazione, per prendersi cura in modo manialcale del giardino e della tomba. Insomma, in Terra Santa ci abita un solo Baha`i: il fondatore. Da morto.
La mia seconda sera in Israle mi aggiravo per i viottoli tortuosi di Haifa, improvvisamente vuoti e bui, e piuttosti tenebrosi a dire la verita`, pieni di brutti ceffi acquattati nell`ombra sicuramente pronti ad uccidermi per 10 schekel.
Ma io dovevo trovare qualcosa da mangiare!
Trovato l`unico posto ancora aperto che faceva panini e trovatomi in mano qualcosa di enorme che non poteva essere ingurgitato nella sua interezza, ho cercato un posto dove mangiarlo con calma.
L`intuito, sfidando timori e pregiudizi, mi ha portato a sedermi su una panchina, nel famoso vicolo buio, dove 4 di questi "brutti ceffi" discutevano se tagliarmi la gola o spararmi in pancia.
Ameer, Tamer, Morad, Aisa.
Abbiamo chiacchierato per due ore come vecchi amici, arsi di curiosita` reciproca, raccontandoci di tutto e scherzando molto, facendo giochi di parole, insegnandoci canzoni, fumando a turno l`odoroso narghila.
Morad, il piu` giovane, non ha vent`anni, mi dice: "Perche` in Italia sono tutti tranquilli? Mio cuigino studia in Italia e mi dice che la gente e` sempre rilassata."
Sono proprio curioso di approfondire questa visione inedita degli italiani...
"Qui sono tutti cattivi -continua-, no, non tutti: 50 e 50. Uccidono, rubano, c`e` la mafia. Ad Haifa e` piu` tranquillo pero`, noi siamo `good`. Guarda: io sono cristiano, lui e` cristiano, lui e lui sono musulmani. Siamo amici, veniamo qui tutte le sere, parliamo, fumiamo. Tutti i gioprni dopo il lavoro. Viviamo nello stesso vicolo. Perche` dovrebbe esserci problema? Qui l`unico problema e` stato quando nel 2006 il Libano lanciava i razzi katyusha su Haifa: un razzo e` caduto accanto a casa mia... BOOM!"
"Io vorrei andare a lavorare negli Stati Uniti, se potessi", questo invce e` Ameer.
"Perche` dalla altre parti ci sono problemi tra gli ebrei e i musulamni?", mi azzardo a chiedere.
Tuomi, quello che ha portato il narghila, risponde per tutti: "Non lo so".
Poi tutti restano in silenzio per un bel pezzo.
Le poche parole di Tuomi e il silenzio che segue, li considero una risposta soddisfacente. Anzi, la migliore che possi ricevere.
Dovevo venire qui per sentirla, questa saggia risposta, incontrare questi arabi poveracci, curiosi, nati in questa citta` dove moriranno senza esserne mai usciti.
Poi torniamo a scherza, e, per qualche via tortuosa come questi vicoli, finiamo a parlare di "asini e trasformazioni". A questo punto chiedo se conoscono la storia di Pinocchio. La conosono. L`argomento li tocca, in un modo indicibile e istintivo; si infervorano. D diventare un essere umano vero, diventare animale; la realta`, l`illusione...
Rifletto: la loro vita ristagna giorno per giorno in una condizione limbica, isolata dal resto del mondo -a partire dal resto del mondo arabo.
Una tale condizione di impotenza: vedono ogni giorno prendere decisioni sulla loro testa, contro di loro, anche solo simbolicamente, come nella storiella del `Gesu` di Akko, oppure con notizie quotidiane di morti e feriti nei territori occupati, che riguardano magari i loro parenti. E non possono appellarsi a niente. Possono attaccarsi solo a un vago e inefficace sdegno internazionale, che in 50 anni non ha portato a nulla, con tutte le risoluzioni Onu regolarmente violate dai vari governi Israeliani, e nessuna ripercussione. (Non sto dicendo che Arafat non ha colpe e responsabilta`, calma!, ma questo e` un altro discorso).
Una condizione cosi` sospesa e incompiuta che mi fa pensare a un Pinocchio bloccato a meta` della trasformazione - meta` ancora legno, meta` gia` uomo,e che ormai non va ne` avanti ne` indietro.
Come i replicanti di P.K.Dick.
E, piu` o meno come nella condizione di tutti gli `androidi`, il vivere, il morire, l`uccidere, il lascair vivere, il senso del miracolo, la tragedia, il salvare qualcuno, il perdere la padre o il fratello, sono cose talmente contigue, separate da un cosi` labile confine, che a uno di questi androidi imprigionati potrebbe capitare in un solo giorno di attraversarle tutte; e a un altro, stordito dal boato della Storia che gli passa sopra con la violenza di un carrarmato, potrebbe capitare di confodere una cosa per l`altra, tragicamente, la morte con la vita.
Ok, chiedo scusa per la retorica, e` scappata di mano anche a me. Ma gia` qui, nella costa occidentale, "paradiso della convivenza tra ebrei e arabi", quello che vedo, quello che sento raccontare, mi sta toccando nel profondo.
Vedo i loro occhi, capite?, parlo con loro. Qualcosa viene scambiato per sempre, e nel momento di salutarci, con questi 4 quattro ragazzi di Haifa, con i 3 che ho conosciuto in due giorni ad Akko, c`e` una scintilla che vedo nello sguardo, un prolungare la stretta di mano per quella frazione di secondo che impedisce di andare a letto e mettersi a pensare a tutt`altro.
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Buonanotte Carlo,
RispondiEliminaho letto i tuoi racconti con Cosimo. Adesso mi sta ponendo molte domande alle quali risponderò con attenzione. Ti confesso che avrei voluto essere presente all'incontro con i 4 ragazzi e godere della levità della festa del giorno precedente. Sei riuscito attraverso al descrizione delle pietre a farmi sentire l'odore dei luoghi. Attendiamo con gioia i racconti dei prossimi eventi e incontri. Un abbraccio, luca e cosimo
Grazie fratello per questi racconti meravigliosi!!! e bravo per l'intuito sui 4 "brutti ceffi". qui nella deserta e (devo dire) meravigliosa Milano agostana aspettiamo con ansia tue nuove.. un bacio. Laura
RispondiEliminaHo guardato con attenzione le tue belle foto.Straordinarie.Ti piace guerdare e osservare la gente.Mai ho viaggiato in quei luoghi,ma le tue immagini mettono la voglia di farlo.Felice viaggio , un saluto dalle colline urbinati, annamaria
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